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Paritarie: un passo avanti

Una serie di misure appena varate in Parlamento potenziano il sostegno alle scuole libere e alle famiglie che le scelgono per i propri figli. Ecco di cosa si tratta
Stefano Filippi

Importanti passi avanti verso una maggiore equiparazione tra scuole pubbliche e paritarie e un più compiuto diritto alla libertà di educazione. Nella legislatura in corso, il Parlamento ha varato una serie di misure (e altre sono in corso di approvazione) che potenziano il sostegno alle scuole libere e alle famiglie che vi mandano i propri figli. La più recente è la possibilità data a 15.000 precari degli istituti paritari di ottenere l’abilitazione con minori vincoli rispetto al passato, come i colleghi delle statali. Il provvedimento dovrebbe diventare legge ai primi di agosto, prima della pausa estiva: la settimana prossima sarà votato dalle commissioni Affari costituzionali e Lavoro e poi passerà all’esame dell’Aula. La maggioranza e il ministro Giuseppe Valditara sono determinati a condurre in porto il risultato che così sarà operativo a settembre, con l’inizio dell’anno scolastico.

I primi interventi erano contenuti nella Legge di bilancio approvata il 29 dicembre scorso, la prima del governo Meloni. Essa prevede di stabilizzare un contributo di 70 milioni di euro per i bambini e i ragazzi disabili delle scuole paritarie: con questi fondi gli istituti potranno organizzare meglio i servizi e potenziare il numero di insegnanti di sostegno. È stato poi rinnovato e stabilizzato un altro contributo per le scuole dell’infanzia paritarie: 20 milioni di euro per il 2023 (come l’anno passato) che raddoppierà a 40 milioni nel 2024. I fondi complessivi alle paritarie ammontano così a 646,5 milioni di euro per l’anno in corso e 666,5 milioni nel biennio successivo. L’incremento rispetto agli ultimi anni è sensibile: nel 2019 era stato di 525 milioni e nella pandemia, quando la didattica a distanza aveva minato i bilanci di molti istituti paritari, le somme erano state provvisoriamente accresciute. Con i provvedimenti degli ultimi mesi, parte dei finanziamenti legati all’emergenza vengono stabilizzati.

In aprile, due decreti del Ministro dell’Istruzione e del Merito hanno esteso anche alle paritarie la possibilità di accedere ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza riguardanti la formazione di studenti e docenti, la transizione digitale e il miglioramento delle competenze linguistiche. Il totale di questi finanziamenti europei ammonta a 1,2 miliardi di euro. A tale plafond, dunque, potranno finalmente attingere anche le scuole libere, che finora ne erano rimaste escluse. Al momento sono già stati ripartiti i fondi per le statali, mentre nei prossimi mesi toccherà alle paritarie.

Il provvedimento che è in discussione in questi giorni (un emendamento al decreto Pubblica amministrazione 2) facilita l’abilitazione dei docenti delle paritarie e favorisce l’accesso ai percorsi di formazione. È un importante rafforzamento verso il principio costituzionale della parità scolastica perché stabilizza il percorso professionale e didattico svolto dai precari delle paritarie negli ultimi anni e riconosce loro pari dignità con l’insegnamento nelle statali. È significativo anche il percorso condiviso attraverso il quale si è giunti a questo testo: con un’iniziativa congiunta di Governo e Parlamento sono stati presentati quattro emendamenti identici, uno da ogni partito della coalizione (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati), in dialogo con il ministro Valditara e con il network "Ditelo sui tetti" che in un convegno ha contribuito alla stesura del testo.

«Abbiamo sanato un’ingiustizia che colpiva i docenti delle paritarie e le scuole stesse», spiega Lorenzo Malagola, deputato di Fratelli d’Italia, segretario della commissione Lavoro e tra i firmatari dell’emendamento targato Fdi. «Lo Stato non promuoveva più i corsi abilitanti per questi docenti dal 2015. Essi potevano ottenere l'abilitazione solamente attraverso i concorsi di accesso alle graduatorie per le scuole pubbliche statali. La maggioranza è compatta e intende riporre al centro dell’agenda politica il grande tema della parità scolastica e della libertà di educazione». Una posizione confermata da Maurizio Lupi, primo firmatario dell’emendamento presentato da Noi Moderati: «È l’ennesima riprova che la maggioranza condivide un percorso comune, insieme al ministro Valditara, per ottenere una vera parità scolastica. Questa è una buona notizia nel merito e nel metodo: anche negli anni scorsi, i risultati su questo fronte li abbiamo raggiunti quando i protagonismi hanno ceduto il passo al gioco di squadra». «Grande apprezzamento» è stato espresso anche dalle associazioni di gestori e genitori di scuole paritarie. In un comunicato, gli organismi aderenti all’Agorà della parità (Agesc, Cdo Opere educative - Foe, Ciofs Scuola, Cnos scuola, Faes, Fidae, Fism, Fondazione gesuiti educazione) auspicano l’approvazione dell’emendamento, «un concreto passo avanti verso la pluralità educativa già sancita con la legge 62/2000».

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Questo lavoro proseguirà nei prossimi mesi. «Dobbiamo incrementare le agevolazioni per chi effettua donazioni alle scuole, semplificare la burocrazia e aumentare le detrazioni per le spese scolastiche», dice Lupi. Obiettivo condiviso da Malagola: «Una volta approvata la delega fiscale, inseriremo nei decreti legislativi di applicazione le maggiori detrazioni a favore delle famiglie. I genitori vanno messi in condizione di poter scegliere la scuola che ritengono migliore per i propri figli, come da dettato costituzionale».