Alcuni studenti della scuola <em>La Zolla</em> <br>(da www.lazolla.it).

«Tu stai chiamando proprio me?»

«Vi auguro che in questi tre anni possiate sentire una chiamata». Con queste parole il preside della scuola "La Zolla" accoglie gli studenti di prima media. Cosa significa diventare grandi? Un'avventura che impegna tutta la vita
Daniele Gomarasca

Cari ragazzi,
avete da fare a partire da oggi due strade: una che avete già incominciata, quindi è una strada che continua, l’altra è una strada nuova che, come potete facilmente immaginare, è cominciata oggi per voi. La strada che avete già incominciato, quella che continua, è una strada importantissima ed è la strada della vostra crescita come persone, la vostra crescita fisica, ma è una strada, se ci pensate, che se anche non andaste a scuola percorrereste comunque. Nei prossimi anni vi succederanno, da questo punto di vista, tante cose, andate incontro a tanti cambiamenti: diventate più alti, diventate più belli, diventate più simpatici anche, magari qualcuno in particolare; in questo percorso di crescita talvolta si cresce in modo un po’ disordinato, magari a qualcuno crescono prima le gambe e poi il resto del corpo, ma poi si arriva alla misura giusta. Magari a qualche maschietto cresce un po’ troppo presto la barba, magari a qualcuno che la vorrebbe cresce troppo tardi, ma questo percorso, questa serie di novità importantissime e bellissime avverrebbero anche se voi a scuola non ci andaste. Anzi, potremmo addirittura dire che se anche dimezzaste quello che mangiate questo cammino di crescita continuerebbe.

La strada nuova che incomincia, la strada più bella che siete chiamati a compiere, sulla quale camminare insieme, è la più grande avventura della vita: diventare grandi. È la cosa più bella, più entusiasmante, anche se non tutti sono d’accordo, dovete fidarvi di me e dei vostri insegnanti. C’è chi pensa che la parte più bella della vita sia quando uno è piccolo, coccolato, quando non ha troppi problemi, quando tutti lo servono e sono piccole anche le preoccupazioni; quando poi uno deve cominciare a entrare da protagonista nella sua vita, allora lì cominciano i problemi.

Io ho una vicina di casa, una vecchietta appiccicosa, che quando giravo con la carrozzina di mia figlia, si avventava sulla bambina e mi diceva: «Se la goda adesso, perché poi quando cresce son tutti dolori e dispiaceri!». E io pensavo: «Vecchia malefica! Uccellaccio del malaugurio! Perché mi dici questa bugia? Questo è falso, perché nella mia esperienza diventare grande non è una fregatura, non ci si perde qualcosa, anzi c’è tutto da guadagnare, c’è tutto da scoprire, è la cosa più bella e non finisce, avete tutta la vita».

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