Sisto IV in un affresco di Melozzo da Forlì.

SISTO IV L'uomo che ha aperto una nuova era

Nella serie su alcuni tra i più significativi pontefici della storia, il francescano che ha fondato istituzioni, protetto le arti e trasformato Roma. Per dialogare con un mondo ormai diverso. In forza di un'intuizione
Eugenio Russomanno

Francesco della Rovere nacque il 21 luglio 1414 a Celle, presso Savona; fu educato dai francescani ed entrò presto nel loro Ordine fino a diventarne Generale il 19 maggio 1464. Fu promosso Cardinale il 18 settembre 1467, fu eletto Papa il 9 agosto 1471 con il nome di Sisto IV e morì a Roma il 12 agosto 1484.
Colmò il suo Ordine di privilegi, con la bolla Mare Magnum del 1476, e canonizzò nel 1482 il grande teologo francescano Bonaventura da Bagnoregio. Con Sisto IV si riaprì la triste piaga del nepotismo, già presente nella storia del papato medievale. Addirittura, secondo lo storico John Kelly, «inaugurò una serie di pontefici che secolarizzarono sistematicamente il papato».
Poco dopo l’elezione, per esempio, non tenendo in alcun conto il giuramento elettorale, creò cardinali due suoi nipoti: Giuliano della Rovere, che più tardi sarebbe diventato papa Giulio II, e il francescano Pietro Riario. Molti altri parenti furono arricchiti e promossi in misura mai conosciuta fino a quel momento: la maggior parte dei trentaquattro cardinali da lui nominati - sei dei quali scelti tra i suoi nipoti - erano persone di poco valore. E da questi parenti Sisto IV fu pure coinvolto in pericolosi intrighi politici (la congiura dei Pazzi contro la famiglia Medici nel 1478, le guerre con Firenze, Napoli e Venezia).
Anche se ha lasciato al suo successore un enorme deficit, osserva Kelly: «Uno dei lati più positivi del suo pontificato fu la munificenza con cui fondò e ripristinò utili istituzioni e protesse le lettere e le arti. Trasformò Roma da città medioevale in città rinascimentale, aprendo nuove strade e allargando e pavimentando quelle vecchie, costruendo il ponte Sisto, erigendo chiese (come Santa Maria del Popolo, dove fu sepolta la sua famiglia, Santa Maria della Pace, la Cappella Sistina) e restaurando l’ospedale di Santo Spirito. Chiamò a Roma i più grandi pittori e scultori, dette impulso alla musica ecclesiastica fondando anche il coro della Cappella Sistina, istituì l’Archivio Vaticano e fu il secondo fondatore della Biblioteca Vaticana. La sua tomba nelle grotte vaticane è un capolavoro in bronzo di Antonio del Pollaiolo».
Sisto IV fu uomo di carattere schietto, di personale bontà e religiosità, noto per la sua viva devozione mariana. Celebrò l’anno santo del 1475 e sostenne il culto della Vergine. Il suo ricordo è particolarmente legato all’intuizione che ebbe della svolta culturale del suo tempo. Per questo promosse gli studi, protesse umanisti, scienziati, artisti. Donò al popolo di Roma il primo nucleo delle opere d’arte che dettero inizio ai Musei capitolini. Fu inoltre uomo di carità e di imprese sociali. Costruì il ponte Sisto e trasformò il piano regolatore di Roma, dandole un volto più moderno, da città medievale a città rinascimentale.
Come ha scritto Giovanni Paolo II: «È da apprezzare l’intuizione che Sisto IV ebbe del rivolgimento culturale della sua epoca. Egli si accorse che una nuova era si affacciava sull’orizzonte culturale europeo e comprese che l’umanesimo avrebbe interpellato profondamente la Chiesa. Perciò fu lungimirante nell’impegnare mezzi e persone affinché la sede romana fosse singolarmente aperta agli studiosi, agli storici, ai letterati, agli artisti, riconoscendo che attraverso questa via si sarebbe potuto instaurare un dialogo con un mondo profondamente rinnovato. Perciò il pontificato di Sisto IV si può considerare un momento significativo del disegno divino che guida la Chiesa nel compimento della sua missione».