Urbano II proclama la prima crociata (1095).

URBANO II Un grido per unire i cristiani verso Gerusalemme

Nella serie su alcuni tra i più significativi papi nella storia, l'uomo che, col suo «Deus vult», nel 1095 indisse la prima crociata. Un monaco che ha lasciato una grande eredità: come la preghiera alla Madonna...
Eugenio Russomanno

La vita e l’opera di Oddone (Eudes) che, eletto papa il 12 marzo 1088 adottò il nome di Urbano, sembra ben ritratta nel Martirologio Romano: «A Roma presso san Pietro, beato Urbano II, papa, che difese la libertà della Chiesa dall’assalto dei poteri secolari, combatté la simonia e la corruzione del clero e nel Concilio di Clermont esortò i soldati cristiani a liberare, segnati con la croce, i fratelli oppressi e il Sepolcro del Signore».
Oddone studiò alla scuola di san Bruno, fondatore dei Certosini (1032-1101) e poi si fece monaco a Cluny: il più importante moto monastico di riforma nel Medioevo ebbe inizio proprio a Cluny, di pari passo con la riforma gregoriana. Fu proprio papa Gregorio VII a nominarlo cardinale e ad inviarlo come legato in Germania. Fino a quando i cardinali riformatori elessero al soglio pontificio proprio Oddone.
Nei primi tempi, Urbano II si dimostrò indulgente con vescovi e prìncipi. Una volta consolidata la sua carica, invece, combatté l’ingerenza dei laici nelle questioni ecclesiastiche. Se dividiamo il pontificato in due periodi, nel primo papa Urbano si mosse con diplomatica circospezione in una situazione non ancora del tutto favorevole alla riforma; nel secondo, considerando il tempo maturo, affrontò con maggiore sicurezza e decisione le circostanze, fino a proclamare per primo il fatto per il quale è storicamente noto: la prima crociata (1095-1099).
Monaco cluniacense e seguace della riforma gregoriana, Urbano nel sinodo di Melfi (1089) rinnovò la legislazione gregoriana contro il matrimonio dei chierici, la simonia e le investiture laicali. Ma non mancò di usare diplomazia: per esempio, per il suo legato in Germania stabilì criteri di azione più moderati e più aperti al mondo laico. Leggiamo nel Grande dizionario illustrato dei Papi: «Il suo senso realistico e il suo atteggiamento conciliante gli consentirono di ottenere successi in Italia e anche in altri Paesi europei».
Conviene ricordare che i Normanni dell’Italia meridionale e della Sicilia erano i suoi più stretti alleati: giunse a concedere a Ruggero I, conte di Sicilia (1072-1101), poteri di controllo corrispondenti a quelli dei legati sulla Chiesa dell’isola (nasceva così la cosiddetta “monarchia sicula”). Ruggero era virtualmente un legato papale in Sicilia.
Nel 1095 la posizione di Urbano era divenuta più sicura: iniziava la seconda fase del suo pontificato, con una “trionfale serie di sinodi”. In particolare ricordiamo il celebre sinodo di Clermont (1095): da una parte Urbano inventò e decretò la cosiddetta “tregua di Dio” (la sospensione delle ostilità, soprattutto per seppellire i morti, nei giorni stabiliti dalla Chiesa); in secondo luogo, il 27 novembre 1095 lanciò un solenne appello per la prima crociata (1095-1099), esortando i cristiani a liberare Gerusalemme dal dominio musulmano. Ecco cosa accadde, dalla Breve storia della Chiesa di August Franzen: «Papa Urbano II (1088-1099) indirizzò, nel 1095, nei sinodi di Piacenza e di Clermont, un appassionato appello alla cristianità latina, che risvegliò enormi energie. La grande idea religiosa, superando ogni confine nazionale, unì insieme tutti i popoli dell’Occidente cristiano, che si allearono per venire in aiuto dei cristiani orientali e per strappare all’islam il Paese dove Cristo aveva vissuto e aveva diffuso il suo messaggio di salvezza. Con un grido ardente, Deus vult (Dio lo vuole), il Papa trascinò con sé i cristiani e si mise egli stesso a capo del movimento». L’inizio della crociata, che costituì il successo più memorabile di Urbano, fu il frutto più prezioso di una politica di riavvicinamento con Bisanzio: egli cercava l’unità dei cristiani.
Concludendo, conviene ricordare come si trattasse di un pontefice devotissimo alla Madonna: approvò e diffuse il Piccolo Ufficio della Beata Vergine, l’uso di recitare l’Ave Maria al mattino e alla sera e la dedicazione del sabato alla Madonna. Inoltre, durante il suo pontificato fu sviluppata la centralizzazione del governo della Chiesa, furono riorganizzate le finanze papali, venne ristrutturata la curia (l’espressione “curia romana” compare per la prima volta in un documento del 1089) sul modello di quella della corte reale o imperiale, fu data maggiore importanza al collegio dei cardinali.
Urbano morì due settimane dopo la presa di Gerusalemme da parte dei crociati (15 luglio 1099); beatificato da Leone XIII nel 1881, la sua festa si celebra il 29 luglio.