Don Carrón in udienza da papa Francesco.

Tesi a imparare il suo sguardo

La lettera di don Julián Carrón a Comunione e Liberazione dopo l'udienza con papa Francesco a un anno dall'incontro col movimento in Piazza San Pietro
Julián Carrón

Cari amici,

come sapete, lo scorso 14 aprile ho avuto la grazia di essere ricevuto in udienza da papa Francesco, a un anno dall’incontro con lui in piazza San Pietro che tutti conserviamo vivo nella memoria.

Mentre viaggiavo verso Roma ero tutto preso dalla commozione per la lettura della Esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia, nella quale il Santo Padre ci ha offerto ancora una volta una documentazione preziosa del suo sguardo sulle fatiche e sulle ferite nostre e dei fratelli uomini, in questo caso delle famiglie, alla luce del lieto amore che ci ha raggiunti in Cristo.

Il Santo Padre conosce bene la lealtà con cui seguiamo lui e la Santa Sede, e di questo - con mia grande sorpresa - mi ha ringraziato subito, all’inizio del dialogo.

L’udienza è stata innanzitutto l’occasione per esprimergli tutta la mia e nostra gratitudine per l’instancabile insistenza con cui ci testimonia la sollecitudine piena di misericordia sull’uomo e sul mondo che nasce dalla fede in Cristo. Gli ho manifestato con lieta convinzione che noi tutti, io per primo, desideriamo imparare sempre di più questo suo modo di guardare all’uomo e alla realtà; gli ho fatto sapere che non mi stanco di proporlo a voi, miei amici, ogni volta che ci incontriamo.

Ho detto a papa Francesco che questo abbraccio tenero e appassionato alla vita di ogni singola persona, raggiunta nella concretezza della sua situazione esistenziale, è particolarmente visibile, oltre che nei suoi gesti ben noti a tutti, anche nella Esortazione Amoris laetitia; l’ho quindi informato di avere invitato i responsabili del movimento a immergersi nella lettura del documento per immedesimarsi il più possibile in questo sguardo, affinché esso diventi sempre più nostro nel rapporto con gli amici e con chiunque incontriamo. Approfitto dell’occasione di questa lettera per estendere l’invito a tutti voi. Troveremo, poi, il modo di aiutarci a addentrarci insieme nella sua ricchezza.

Durante il colloquio ho potuto esporgli il punto in cui ci troviamo sul cammino condiviso dell’esperienza del movimento nel mondo, la sua direzione e le sue fatiche; mi ha fatto piacere avere trovato il Papa molto bene informato sul percorso che abbiamo intrapreso negli ultimi anni. Potete immaginare quanto io - consapevole della responsabilità ultima della guida comunionale di tutti voi che mi è affidata - mi sia sentito confortato dall’incoraggiamento del Papa a proseguire senza esitazione sulla strada di approfondimento del carisma che abbiamo ricevuto da don Giussani.

Uscendo dall’incontro, mi sono trovato pieno di stupore per avere percepito più chiaramente la profonda consonanza tra papa Francesco e don Giussani. Pertanto, credo che niente possa aiutarci di più della tensione costante a immedesimarci con la testimonianza che papa Francesco ci offre quotidianamente.

Trovo espressa tale consonanza in queste parole di don Giussani, veramente liberanti, che in questi tempi sono come una nota dominante nelle mie giornate; le offro anche a voi, semmai possano essere di aiuto per vivere il dovere supremo della testimonianza che papa Francesco e la Chiesa si aspettano dalla nostra Fraternità, cioè da ciascuno di noi:

«L’avvenimento di Cristo è la vera sorgente dell’atteggiamento critico, in quanto esso non significa trovare i limiti delle cose, ma sorprenderne il valore. […] È l’avvenimento di Cristo ciò che crea la cultura nuova e dà origine alla vera critica. La valorizzazione del poco o del tanto di bene che c’è in tutte le cose impegna a creare una nuova civiltà, ad amare una nuova costruzione: così nasce una cultura nuova, come nesso tra tutti i brandelli di bene che si trovano, nella tensione a farli valere e ad attuarli. Si sottolinea il positivo, pur nel suo limite, e si abbandona tutto il resto alla misericordia del Padre» (Generare tracce nella storia del mondo, Rizzoli, Milano 1998, pp. 158-159).

Non dimentichiamoci di pregare ogni giorno per papa Francesco, vero dono di Dio alla sua Chiesa per questi tempi di cambiamenti epocali, come chiede sempre a tutti coloro che incontra, per la consapevolezza che ha del proprio bisogno. Questa preghiera diventi anche per noi richiamo a riconoscere la nostra mancanza in questo Anno Santo della Misericordia.

Vostro amico nell’avventura entusiasmante della fede

don Julián Carrón