Gli operai e la studentessa. Strage della gente normale Sabato mattina la bomba a Brindisi. Poi il terremoto in Emilia. «La notizia non è che la morte può coglierci nella vita quotidiana, ma che la nostra esistenza resta fragile e precaria» (Luca Doninelli, "il Giornale", 21.5) 21.05.2012 Luca Doninelli
Ieri alle alle 15.18, mi trovavo con mio fratello a casa di nostra madre, a Desenzano sul Garda. Seduti in salotto, stavamo valutando la possibilità di prepararci un caffè. Mentre discutevamo di questo importante argomento, ecco che per qualche secondo la terra ha ricominciato a tremare. il divano si muoveva sotto di me, i vetri delle finestre semiaperte hanno cominciato a tintinnare e il lampadario sospeso sopra il tavolo si è messo a oscillare. Tutto si è consumato così in fretta che, quando, è affiorata alle nostre labbra la parola «terremoto», la scossa era già finita. Restava solo l'oscillare prolungato del lampadario, che con il suo linguaggio semplice ci comunicava la notizia che tutti sappiamo e che vorremmo non sapere: non perché siamo ipocriti, ma perché questa notizia, nella sua normalità, continua a esserci estranea... (Leggi il testo integrale)