Giulio Magnifico, <em>Migrants in Udine 2015</em>.

«Uno sconosciuto è mio amico»

Un reportage fotografico tra "I volti dei migranti", incontri sull'Egitto, la Siria e la Cina. E i versi di Pär Lagerkvist, poeta svedese. Tutto questo per la seconda edizione della manifestazione triestina, dal 14 al 15 maggio
Davide Grammatica

Il problema dell’immigrazione è sotto gli occhi tutti. E spesso divide nelle discussioni, con l’opinione pubblica che oscilla tra la paura dell’invasione e la disponibilità all’accoglienza. Se ne parlerà anche a TriesteIncontra, quest’anno alla sua seconda edizione, cercando di guardare al fenomeno migratorio non tanto come un “problema”, ma come una grande possibilità di crescita, prendendo spunto dalla provocazione, più che mai attuale, di Pär Fabian Lagerkvist, poeta svedese del secolo scorso: «Uno sconosciuto è mio amico, uno che non conosco,/ uno sconosciuto lontano lontano./ Per lui il mio cuore è pieno di nostalgia». Ecco quindi il leitmotiv di una kermesse fatta di incontri, mostre e dialoghi con personaggi della cultura e della scienza, che il 14 e il 15 maggio sarà protagonista, tra piazza della Repubblica e il Teatro Miela, nel capoluogo friulano.

Nata nel 2015 su iniziativa di alcuni amici triestini provenienti da vari contesti sociali e lavorativi, la manifestazione ha nel suo dna il tema dell’incontro con l’altro, in una città “di frontiera” che storicamente è crocevia di popoli e culture. «A me che importa?», era stata la provocazione dell’anno scorso sulla scia di un intervento di papa Francesco all’indomani dell’ennesimo naufragio nel Mediterraneo. Così quest’anno TriesteIncontra fa un passo avanti, con la scoperta di cosa genera il guardare davvero quello che arriva: “Uno sconosciuto è mio amico”, partendo da una mostra del fotografo Giulio Magnifico, nel cuore della città: un reportage tra “i volti dei migranti”, un tema su cui il reporter lavora da anni in tutte le zone calde del Mediterraneo.

Ad aprire il sipario del Teatro Miela, domenica 15, sarà l’Egitto. Wael Farouq e don Ambrogio Pisoni, rispettivamente professore e assistente pastorale dell’Università Cattolica di Milano, e con loro padre Shenuda, presbitero copto ortodosso a Milano, parleranno delle persone, delle famiglie e dei popoli che ancora oggi attraversano il canale di Sicilia. Non una disamina politica, ma un tentativo di dialogo, per raccontare la storia di questi “uomini in fuga” e quello che ci sta dentro.

Sconosciuti, appunto. E sfidati dai versi di Lagerkvist gli amici di TriesteIncontra hanno ritrovato quello sconosciuto nei tratti dei profughi che oggi, dopo un viaggio lungo la rotta balcanica, arrivano in città. Così, dopo la messa di mezzogiorno celebrata dal vescovo, monsignor Giampaolo Crepaldi, l’attenzione si sposterà sulla Siria, con Rodolfo Casadei, giornalista, don Mario Vatta, sacerdote triestino, e, in video collegamento, padre Ibrahim Alsabagh, parroco ad Aleppo.

A seguire, un appuntamento di stampo letterario sul tema dell’“alterità”, con Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia tra i popoli. Infine, ma non per importanza, l’incontro con Qian Zhang, socio fondatore dell’Associazione culturale italo-cinese “Porta d’Oriente” che, fondata da un gruppo di giovani studenti, si occupa di promuovere l’interscambio culturale tra la Cina e l’Italia, nella città di Trieste, con un spettacolo a chiudere la serata: una performance di Kung Fu Cha, una danza che si rifà al rituale del servire il the con una brocca dal becco lunghissimo.

Un appuntamento da seguire, quindi, che si chiude, letteralmente, in bellezza. Dal vivo, per i triestini. Ma non solo, attraverso la pagina Facebook e il sito della manifestazione.