Santi, cioè felici

Omelia per la solennità di Tutti i Santi (Swedbank Stadion a Malmö, 1 novembre 2016)
Papa Francesco

Con tutta la Chiesa celebriamo oggi la solennità di Tutti i Santi. Ricordiamo così non solo quelli che sono stati proclamati santi nel corso della storia, ma anche tanti nostri fratelli che hanno vissuto la loro vita cristiana nella pienezza della fede e dell’amore attraverso una esistenza semplice e nascosta. Sicuramente, tra questi, ci sono molti dei nostri parenti, amici e conoscenti. Celebriamo, quindi, la festa della santità. Quella santità che, a volte, non si manifesta in grandi opere o in successi straordinari, ma che sa vivere fedelmente e quotidianamente le esigenze del battesimo. Una santità fatta di amore per Dio e per i fratelli. Amore fedele fino a dimenticarsi di sé stesso e a darsi totalmente agli altri, come la vita di quelle madri e quei padri che si sacrificano per le loro famiglie sapendo rinunciare volentieri, benché non sia sempre facile, a tante cose, a tanti progetti o programmi personali. Ma se c’è qualcosa che caratterizza i santi è che sono veramente felici. Hanno scoperto il segreto della felicità autentica, che dimora in fondo all’anima ed ha la sua sorgente nell’amore di Dio. Perciò i santi sono chiamati beati. Le Beatitudini sono la loro via, la loro meta, verso la patria. Le Beatitudini sono la strada di vita che il Signore ci indica, perché possiamo seguire le sue orme. Nel Vangelo di oggi, abbiamo ascoltato come Gesù le proclamò davanti a una grande folla su un monte vicino al lago di Galilea. Le Beatitudini sono il profilo di Cristo e, di conseguenza, del cristiano. Tra di esse, vorrei evidenziarne una: «Beati i miti». Gesù dice di sé stesso: «Imparate da me, che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,29). Questo è il suo ritratto spirituale e ci svela la ricchezza del suo amore. La mitezza è un modo di essere e di vivere che ci avvicina a Gesù e ci fa essere uniti tra di noi; fa sì che lasciamo da parte tutto ciò che ci divide e ci oppone, e che cerchiamo modi sempre nuovi per progredire sulla via dell’unità, come hanno fatto figli e figlie di questa terra, tra cui santa Maria Elisabetta Hesselblad, recentemente canonizzata, e santa Brigida, Brigitta Vadstena, co-patrona d’Europa.
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