La biografia di don Gnocchi.

DON GNOCCHI Il miracolo che lo porta sugli altari

Il Papa ha appena attribuito una guarigione miracolosa al “prete dei mutilatini”. Così diventerà beato un uomo che «esprime la grande razionalità della fede mista a un radicamento nel popolo». Parola del suo biografo Stefano Zurlo
Matteo Forte

Le campane di Colombano al Lambro, città natale di don Carlo Gnocchi a due passi da Milano, hanno suonato a festa alla notizia che, presto, il “prete dei mutilatini” sarà beato. Sabato scorso il Papa ha firmato il decreto con cui si attribuisce a don Carlo la miracolosa guarigione di Aldeni Sperandio, un elettricista di Orsenigo, nel comasco. Festa anche alla Fondazione don Gnocchi che, ad oggi, conta 28 centri in 9 regioni e 3.700 operatori che assistono giornalmente circa 9mila tra disabili, anziani e malati terminali. «Speravo succedesse - rivela Stefano Zurlo, autore de L’ardimento, la biografia di don Gnocchi, uscita nella collana “I libri dello spirito cristiano” (Bur, 2006) -. Quando ho iniziato il libro si diceva che la beatificazione sarebbe stata imminente, quindi c’era una componente di attesa nel mio lavoro».
L’ardimento racconta anche del miracolo a Sperandio. Com’è avvenuto?
Il 17 agosto 1979 un collega di Aldeni mette in moto una cabina di trasformazione. Sperandio riceve una scarica elettrica di 15mila volt, 3 volte quella utilizzata nelle esecuzioni capitali. Il fulmine penetra Aldeni dalla fronte ai piedi. Lo soccorrono subito, ma sentono odore di carne bruciata. Tutti pensano sia già morto. Lui, mi ha raccontato in dialetto bergamasco quando l’ho incontrato, non solo non stava morendo, ma continuava a pregare don Gnocchi, di cui era devotissimo.
Quindi?
Dopo due mesi d’ospedale torna a casa. Il 7 agosto 1980 l’Inail lo dichiara clinicamente guarito. Aldeni prende la patente per gli autocarri e comincia a guidare camion. È morto un anno fa di tumore.
Perché è significativa la decisione del Papa?
Perché don Gnocchi è un santo di quel cattolicesimo lombardo che arriva fino a don Giussani. Esprime quella grande razionalità della fede mista ad un radicamento nel popolo: insomma quel cattolicesimo che vede il prete in mezzo alla gente, che gioca a calcio, porta i ragazzi in montagna, non si fa scoraggiare da niente. Al tempo stesso don Gnocchi aveva rapporti con gli intellettuali, con De Sica, con Moratti. È stato consulente di De Gasperi per i mutilati di guerra. Insomma, esprime bene quello che dico sempre: a Milano l’illuminismo si è chiuso con la Madonnina in cima al Duomo.