La Cattedrale di Lund, in Svezia.

«Voglio avvicinarmi di più ai miei fratelli»

Alla vigilia del viaggio, a Lund un’intervista a Francesco di padre Ulf Jonsson, direttore della rivista dei gesuiti svedesi “Signum”. Il rapporto con i luterani, il valore della testimonianza, le chiese "giovani". La sintesi di "Vatican Insider"
Andrea Tornielli

«A me viene da dire una sola parola: avvicinarmi. La mia speranza e la mia attesa sono quelle di avvicinarmi di più ai miei fratelli e alle mie sorelle. La vicinanza fa bene a tutti. La distanza invece ci fa ammalare». Così Papa Francesco ha risposto alla domanda sulle sue attese per il viaggio in Svezia che inizia lunedì, in occasione dei 500 anni della Riforma di Lutero. Il Pontefice è stato intervistato da padre Ulf Jonsson, direttore della rivista dei gesuiti svedesi Signum; il testo del colloquio è stato diffuso da La Civiltà Cattolica. Jorge Mario Bergoglio ha parlato anche di Lutero, autore del «grande passo» di «mettere la Parola di Dio nelle mani del popolo».

Papa Bergoglio ricorda la prima volta che è entrato in una chiesa luterana in Argentina, nella calle Esmeralda, a Buenos Aires a 17 anni. Quindi cita l’incontro con un professore della Facoltà di Teologia luterana. In quel momento padre Bergoglio era insegnante di Teologia spirituale al Collegio San Miguel. «Ricordo che quello era un momento davvero difficile per la mia anima. Io ho avuto molta fiducia in lui e gli ho aperto il mio cuore. Lui mi ha molto aiutato in quel momento».

Alla domanda su che cosa la Chiesa cattolica potrebbe imparare dalla tradizione luterana, il Papa risponde: «Mi vengono in mente due parole: “riforma” e “Scrittura”. Cerco di spiegarmi. La prima è la parola “riforma”. All’inizio quello di Lutero era un gesto di riforma in un momento difficile per la Chiesa. Lutero voleva porre un rimedio a una situazione complessa. Poi questo gesto — anche a causa di situazioni politiche, pensiamo anche al cuius regio eius religio — è diventato uno “stato” di separazione, e non un “processo” di riforma di tutta la Chiesa, che invece è fondamentale, perché la Chiesa è semper reformanda. La seconda parola è “Scrittura”, la Parola di Dio. Lutero ha fatto un grande passo per mettere la Parola di Dio nelle mani del popolo. Riforma e Scrittura sono le due cose fondamentali che possiamo approfondire guardando alla tradizione luterana. Mi vengono in mente adesso le Congregazioni Generali prima del conclave e quanto la richiesta di una riforma sia stata viva e presente nelle nostre discussioni».

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