La più grande rivoluzione della Storia

A poco più di un mese dall'apertura del Giubileo, la riflessione sulla proposta di lavoro di Francesco si fa sempre più viva. Perché la Misericordia, quella «parola impossibile», può «trasformare radicalmente la vita»
Marco Montrasi

«Confirmata est super nos misericordia eius»: il disegno del padre è la misericordia, la parola impossibile. Dovrebbe essere la prima a venir cancellata dal vocabolario, perché la letizia e la gioia - le altre parole impossibili - dipendono da essa: non dipendono dallo stato d'animo, ma da essa, dalla misericordia (Luigi Giussani, Il tempo e il tempio - BUR). Come diceva don Giussani, la misericordia è una parola che non si capisce, non la ingabbi, non è né di sinistra, né di destra, sembra sfuggire alla nostra idea di giustizia. La misericordia è uno sguardo che scompagina tutto, è la cosa piú scandalosa che esista. Ci lascia attoniti quando ne siamo oggetto e ci fa ribellare quando la vediamo agire sugli altri.

Non la capiamo. Così quando esiste un uomo che fa trasparire la misericordia, crea il disordine, non si capisce più niente. Quando si riesce ad intercettare qualche scintilla di quello sguardo non si può non sorprendere in noi il diffondersi di un profumo pacificante, dentro il disordine.

Una nuova vita, una cosa nuova, un essere nuovo quando entra in un'altra vita rompe, spacca, dilata. Come quando una vita viene concepita nel ventre di una donna. Allo stesso modo quando entra il germe della misericordia, non si è più come prima, si diventa un'altra cosa. Cambia la natura, l'io muta. Avviene una mutazione.

Come disse papa Francesco all'udienza con la Diocesi di Roma, «le rivoluzioni della storia hanno cambiato i sistemi politici, economici, ma nessuna di esse ha veramente modificato il cuore dell’uomo. La vera rivoluzione, quella che trasforma radicalmente la vita, l’ha compiuta Gesù Cristo attraverso la sua Resurrezione: la Croce e la Resurrezione». E Benedetto XVI diceva, di questa rivoluzione, che «è la più grande mutazione della storia dell’umanità».

Un avvenimento di questo tipo è scomodo, assurdo. Intollerabile. È un cambiare la pelle. Uno sconvolgimento. Dobbiamo ammettere che noi non siamo predisposti a questo radicale cambiamento. Così cerchiamo di fare di tutto per resistere e da qui nascono i nostri complotti per ristabilire l'ordine. Viviamo come una strana contraddizione: siamo fatti per il disordine della misericordia che scompiglia tutto ma tendiamo a rimanere nell'ordine del conosciuto, delle cose sotto controllo.

È un cambiamento profondo quello a cui siamo chiamati, un cambiamento di mentalità che non avviene se non lasciando quello che conosciamo già: le nostre sicurezze. Dobbiamo essere disposti a lasciarci trasportare in territori sconosciuti e entrare in un'altra dimensione. Per questo la proposta ha dell'assurdo, sembra impossibile.

«È vero, noi abbiamo l'abitudine di misurare le situazioni, le cose con le misure che noi abbiamo: e queste misure sono piccole. Ci farà bene chiedere allo Spirito Santo la grazia, pregare lo Spirito Santo, la grazia di avvicinarci almeno un po’ per capire questo amore e avere la voglia di essere abbracciati, baciati con quella misura senza limiti», ha detto il Papa durante l'omelia della messa a Santa Marta, il 20 ottobre.

Penso che questo lavoro proposto da Francesco sia la cosa più semplice e, allo stesso tempo, la più difficile da fare: chiedere, domandare di aprirsi a questa misura nuova, non per diminuire ma per crescere. Per sentirsi oggetto di quella Misericordia, baciati con quella misura senza limiti.

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