Un scolaresca visita la mostra sulla resistenza

ASSOCIAZIONE RIVELA L’incontro avviene anche nelle sagre di paese

É il 2001. Alcuni amici tornano dal Meeting e vogliono raccontare a tutti la bellezza che hanno visto. Ma come fare? Prendono una mostra e la espongono alla festa del paese, poi in quello vicino e la voce si sparge in tutto il Veneto...
Francesca Mortaro

Laura sta spiegando la mostra di Duccio di Buoninsegna. Un gruppo di bambini, accompagnati dalle loro maestre e da alcune mamme, ascolta in silenzio. «Finita la spiegazione i bimbi corrono fuori a giocare», racconta Laura. «Mi ferma la mamma di una di loro. Iniziamo a parlare. Mi dice di essere rimasta molto colpita da come io ho spiegato la mostra. Poi inizia a raccontare di sè. È brasiliana, da poco in Italia. Non ha molti amici, nessuno con cui condividere la fede cattolica. Deve ancora fare la Cresima, ma non sa a chi rivolgersi. All’improvviso smette di parlare. Guarda per terra. Io capisco che ha ancora qualcosa da dire. Poi riprende:“Mi accompagni tu nella preparazione alla Cresima? Non ho mai incontrato nessuno interessato alle cose e alle persone come te”». Laura rimane in silenzio e pensa a quanto è inadeguata. «Ho detto di sì. Le ho semplicemente offerto la mia amicizia. Ora ogni volta che spiego una mostra ho nella coda dell’occhio quell’incontro. Dio usa della nostra pochezza per arrivare dove non ci immaginiamo».
L’associazione Rivela porta varie mostre itineranti nelle feste di paese di tutta la provincia di Verona e in altre città del Veneto. Tutto comincia nel 2002 quando alcuni amici, mossi dal desiderio di diffondere la bellezza e la verità vissuta al Meeting di Rimini, si mettono assieme e allestiscono, nei Comuni in cui risiedono, la mostra su San Benedetto. L’anno successivo aderiscono all’iniziativa 9 paesi, nel 2004 sono in 23 e il numero cresce di anno in anno. Nel 2006 sono in 26, nel 2007/2008 in 30 e nel 2009 si prospetta un aumento fino a oltre 40. L’associazione garantisce, a sue spese, tutto il materiale occorrente e un corso di formazione per le guide in collaborazione con il Meeting. In questo modo i prezzi del noleggio vengono dimezzati ed è più agevole proporre quest’iniziativa ai comuni o ai vari enti locali. «Sono coinvolte persone di tutti i tipi: da chi è impegnato nell’allestimento, a chi fa le visite guidate, fino a chi cura il banchetto libri»; spiega Ermanno Benetti, presidente di Rivela: «Le mostre sono l’ occasione di incontro con molta gente che, aggirandosi tra un piatto di risotto e una bicchiere di vino, rimane colpita dalla bellezza che vede. Ci fanno tante domande, vogliono saperne di più: da dove veniamo, chi siamo, perché proponiamo un’iniziativa del genere». Gabriella che, dopo aver fatto, per la prima volta, da guida a una mostra, dice commossa: «Sono molto stupita da quello che fate. Mi dispiace di non avervi incontrato prima». Ora ha deciso di iniziare la Scuola di comunità per non perdere quello che ha visto.
Negli ultimi anni, dato il numero degli aderenti, Rivela si fa carico del noleggio di tre mostre che, da maggio e settembre, percorrono tutto il Veneto. «È sorprendente: tutto ciò che accade durante l’anno va oltre ciò che noi programmiamo», spiega Michele Marras, uno dei soci. «Un giorno ci chiama il rappresentante comunale della zona San Giacomo, alle porte di Verona. Ha sentito parlare di noi e vuole che anche gli abitanti del suo quartiere possano godere di una tale bellezza. Noi non abbiamo guide in quella zona, ma le raccoglie lui: parenti, amici, conoscenti chiunque sia interessato è ben accetto. Ogni anno ci richiama perché “quello che portate deve arrivare a tutti”». Anche a Chievo si muove qualcosa. Racconta Alessandra: «È da molti anni che faccio la guida. Ho incontrato tanta gente e il rapporto non si è fermato a delle semplici domande culturali, ma molti miei compaesani hanno iniziato a venire a trovarmi nel negozio di mia proprietà che si trova nella piazza del paese, per una chiacchierata, un caffè, perché vogliono compagnia. Si è creato, con alcuni di loro, un gruppetto di Scuola di comunità».
Quest’esperienza arriva anche dietro le sbarre nella Casa Circondariale di Verona a Montorio. Due anni fa è stata presentata “Storia della Salvezza nei Mosaici di S. Marco” e il 26 gennaio scorso l’esperienza si è ripetuta con “Figlia del Tuo Figlio – La Maestà di Duccio di Buoninsegna a Siena”. «Il gruppetto di carcerati di quest’anno era formato da otto persone, di diversa età, che ci stavano aspettando da un’ora, con pazienza e interesse», racconta Renata Semizzi che ha spiegato la mostra ai carcerati. «Hanno seguito concentrati. Il clima era molto disteso, la lezione si è svolta con commenti, battute e osservazioni…Alla fine tutti ci hanno stretto la mano, ringraziandoci. Uno di loro ci ha salutato dicendo: “L’anno prossimo, io ci sono sicuro. Mi prenoto già da adesso. Vi aspetto”». Cosa vi spinge a fare, tutti gli anni, la fatica di allestire queste mostre in giro per la provincia e per di più gratis? Ermanno abbassa lo sguardo. Ci pensa. Poi rialza la testa e mi guarda negli occhi commosso: «La Gloria di Cristo».