Il centro di Bucarest.

ROMANIA Da un gruppo di amici, un giudizio per il mondo

La crisi, i licenziamenti, i tagli alle pensioni... Davanti a quel che sta succedendo nel Paese, la comunità di Cl ha realizzato il primo volantino della sua storia. Che è arrivato in tutte le chiese, ma non solo. Grazie ad un lettore d’eccezione...
Emmanuele Michela

«Le situazioni che viviamo, per quanto gravi, devono essere un’occasione privilegiata per portare a maturare una vera coscienza, per cui è necessario che rimaniamo insieme e resistiamo, come uomini degni, come cristiani». Parla chiaro il volantino di Comunione e Liberazione in Romania. Dove la crisi economica si fa di mese in mese più pesante e il Governo a maggio è dovuto ricorrere a provvedimenti impopolari: i lavoratori statali si sono visti ridurre lo stipendio di un quarto, le pensioni sono state tagliate, l’Iva è stata aumentata di cinque punti... Imprese e dipendenti sono in preda alla sfiducia, mentre il Paese sembra incapace di reagire: qualche giorno fa, ad una manifestazione che mirava a portare in piazza tutta la Romania, non hanno aderito più di 30mila persone.
Davanti a questa situazione, un gruppetto di amici della piccola comunità di Cl ha cercato di offrire un giudizio. Ne è nato il primo volantino nella storia del movimento in Romania: «Per leggere la realtà con l’intelligenza della fede», racconta Violeta Barbu, ricercatrice all’Università di Bucarest. Una mossa non scontata: «Come cristiani, qui non siamo abituati a dare giudizi su quel che accade. Il movimento ce l’ha insegnato». Per questo, mentre esponenti del Governo paragonano apertamente certe categorie di lavoratori - insegnanti, medici e poliziotti - a un peso («un uomo grasso sulle spalle di uno magro»), il volantino intende «affermare la dignità di un lavoro fatto per il bene comune, anche se non è ricompensato con i giusti stipendi», spiega Violeta. «L’educazione, la salute e l’ordine pubblico sono sistemi che assicurano la coesione della società: sta qui la solidarietà che vogliamo affermare».
Così il volantino, destinato inizialmente a girare solo tra gli amici della comunità, ha colpito anche un lettore d’eccezione: monsignor Ioan Robu, arcivescovo di Bucarest. «Ha celebrato la messa per la nostra Giornata d’inizio anno», racconta Simona Carobene, in Romania per Avsi. «Pensava di andarsene appena dopo, invece ha deciso di fermarsi ad ascoltare tutta la lezione di Carrón: è successo qualcosa, voleva capire meglio chi eravamo». E, quando ha visto il volantino, ha subito chiesto di diffonderlo fuori dalle parrocchie. Non solo: «Dopo qualche giorno ci ha chiamato: l’aveva portato alla Conferenza episcopale per leggerlo a tutti i Vescovi». Che, a loro volta, l’hanno ripreso in una lettera pastorale inviata ad ogni chiesa. «Un fatto unico, vista la prudenza della Chiesa cattolica nell’esprimere giudizi pubblici in Romania». Dall’interesse e dalla fiducia dell’Arcivescovo, è iniziato un lavoro più ampio: oltre a farlo girare tra conoscenti e colleghi, la domenica dopo gli amici della comunità di Cl l’hanno distribuito fuori da alcune chiese di Bucarest: «Temevamo che non ci ascoltasse nessuno. Invece molti si sono fermati, volevano capire. Questo è ciò che più mi colpisce: davvero il giudizio che abbiamo dato è per il mondo».