La copertina del cd.

In questo spartito, la storia che ci addolora

La drammaticità della Seconda Guerra mondiale e il grido di giustizia degli uomini. Il direttore Paul McCreesh ha registrato il "War Requiem" di Britten. Ma non è un semplice ricordo storico; tra queste note, c'è tutto il desiderio di un riscatto
Andrea Milanesi

Il direttore Paul McCreesh ha sempre stretto un legame privilegiato con la storia, e non solo con quella della musica; nella sua attività di ricercatore e interprete non ha mai smesso di studiare e investigare i repertori del passato, cercando di attualizzare le partiture affrontate con l'intento di ricondurle ai contesti originali in cui erano state create per renderle più vive, reali e per restituirne intatti i colori e le sfumature, ma soprattutto i suoni e le voci che rendono eterna la musica.

I suoi primi successi sono, ad esempio, legati alle fedeli ricostruzioni delle grandi cerimonie liturgiche nella Venezia tra XVI e XVII secolo, ma i suoi progetti discografici hanno via via ampliato ambiti, stili ed epoche, a partire dalle messe natalizie di Palestrina e Praetorius o dai Requiem di Morales e Victoria, per arrivare alle Passioni di Bach e alla musica da chiesa di Händel o Mozart, spingendosi fino agli Oratori di Mendelssohn e alla Grande Messe des Morts di Berlioz.

In perfetta coerenza con questa sua passione per il sacro e per l'umano, McCreesh ha recentemente realizzato una splendida registrazione di un capolavoro legato a doppio filo con la storia del Novecento, ma i cui confini artistici e spirituali travalicano qualsiasi dimensione spazio-temporale: il War Requiem di Benjamin Britten (1913-1976). La prima esecuzione del lavoro ha avuto luogo il 30 maggio 1962, in occasione della festa di riconsacrazione della Cattedrale di San Michele a Coventry, storico edificio abbattuto durante i bombardamenti del 1940 e divenuto il simbolo della ricostruzione; la testimonianza evidente della generale volontà di riscatto e ripartenza espressa da un'Europa ancora sotto choc per la distruzione e gli orrori del recente conflitto, ma che a quei tempi guardava con sgomento a un'incombente “guerra fredda”.

Il compositore inglese ha dunque concepito questa sua imponente architettura musicale con un occhio rivolto al passato oscuro della Seconda Guerra mondiale e l'altro spalancato verso un futuro plumbeo in cui la breve parentesi di pace e armonia raggiunta a caro prezzo dopo la caduta del nazismo sembrava già essere vanificata dai precari equilibri della ribalta politica internazionale.

Il tema al cuore del War Requiem è evidentemente la morte, e in particolare la tragica fine delle vite stroncate dalla violenza e dall'insensatezza della guerra, qualunque sia la loro religione e la loro nazionalità; e tra i sentimenti di dolore e paura, il messaggio di fede e speranza racchiuso tra queste pagine si alza come se fosse un grido, che si smorza solo sul finale, con l'estremo sussurro del coro che chiede di offrire l'eterno riposo alle anime di tutti i defunti.

Benjamin Britten
War Requiem
Gabrieli Consort & Players, Wroclaw Philharmonic Choir, Paul McCreesh
Signum Records / Sound and Music (2013)