La copertina del cd.

«La mia strada per tornare a te»

È uscito il cd di una delle band più dotate in circolazione. Da "Sweet", dedicata al figlio del leader, alla nostalgia di "If Only": «Ah se potessi averti ancora». Matthews unisce parole e musica parlando «con e del mondo in cui viviamo»
Walter Muto

Devo confessare che mi ci è voluto un po’, almeno sei-sette ascolti, prima di riuscire ad entrare in questo lavoro. Adesso non riesco a staccarmene più. E questo è successo a me, che conoscevo già piuttosto bene Dave Matthews e la sua band. Qualcun altro potrebbe anche non sorpassare la soglia. Ma allora ne vale la pena? Secondo me si, e ve lo consiglio. Cerco anche di dirvi un po’ di perché.
Innanzitutto siamo davanti ad una delle band più dotate musicalmente in circolazione. Se il violinista Boyd Tinsley e il bassista Stefan Lessard sono due onesti lavoratori delle corde, il batterista Carter Beauford è assolutamente stratosferico, punto di riferimento dello strumento per il suo drumming variegato ed estremamente innovativo. Il sassofonista della formazione originale, LeRoi Moore, è putroppo scomparso qualche anno fa, per le complicazioni sopravvenute in seguito ad un incidente stradale, ed è stato sostituito, ormai in pianta stabile, da Jeff Coffin, altro musicista di livello eccelso. Completano la formazione (soprattutto dal vivo, ma anche su disco) il trombettista Rashawn Ross ed il chitarrista Tim Reynolds, che spesso accompagna Dave anche nei set acustici - voce e due chitarre -, altra forma di espressione percorsa dal cantautore insieme alla dimensione della band-al-gran-completo.

Ok, questa è la band, ma Dave Matthews? Siamo di fronte ad un songwriter di grande spessore, che sa mescolare con grande sapienza musica e parole, colpendo nel segno sia che parli d’amore (come per la gran parte di quest’ultimo lavoro) o del suo travagliato rapporto con la bottiglia, del mondo che non sta andando dove lui vorrebbe o del figlio che sta cercando di educare.
Questi, in effetti, sono i temi di questo Away from the World, uscito negli Stati Uniti l’11 settembre e non ancora (o mai) distribuito in Italia, se non nei negozi che trattano prodotti di importazione o in vendita su iTunes. L’amore, sia che appaia nel quadretto acustico e forse un po’ patetico di Belly Full («se ho trovato la mia strada è solo grazie a te / vorrei nutrirti e far diventare veri tutti i tuoi sogni»), sia che acquisti più spessore, e una vena nostalgica, come nella riuscitissima If Only: «A volte è così facile/e altre volte mi dimentico di te/ah se potessi averti ancora/aiutami a ritrovare la mia strada per tornare da te».

Molto riuscito e singolare l’arrangiamento spagnoleggiante, quasi mariachi di Gaucho, canzone che parla con e del mondo in cui viviamo: «Con il fuoco per stare al caldo/e attrezzi fatti di rocce ed ossa/un tetto sulla nostra testa/ci deve essere più di questo/per questo Dio è nato e noi a sua immagine/paura e amore», pur cadendo nel trito e sloganistico con i successivi versi «dobbiamo fare più che credere se vogliamo vedere il mondo cambiare/dobbiamo fare di più se vogliamo veramente cambiare le cose». Senza citarle tutte, una parola di apprezzamento anche per il singolo Mercy, e per Sweet, dedicata al figlio che impara a nuotare, invito ad imparare man mano a farcela da solo. E con la bellissima frase, credo pienamente condivisibile da gente della sua (e nostra) età: «I'm too old to want to be younger now» , sono troppo vecchio per voler essere più giovane, ora.
Concludendo, mi pare che l’ottava tappa in studio di Dave Matthews Band valga la pena di essere ascoltata, come conferma o come nuova scoperta. Sempre che riusciate a trovarla...

Dave Matthews Band
Away from the World
RCA - 2012