Rachamim.  Alle radici della Misericordia

Una nota rara: l'essenziale

L'arte, una via privilegiata per diffondere la bellezza del Mistero. Questo è il cuore del libro-cd di suor Maria Danuta Conti. Un percorso tra composizioni musicali, poesie e sculture per scoprire che la misericordia del Padre è più forte della morte
Luisa Cabrini

In occasione della professione di Danuta, il 29 novembre 2015, mentre il Papa apriva la Porta Santa in Africa e dava inizio all’anno giubilare, è stato pubblicato un piccolo libro sul tema della misericordia corredato da alcune opere dello scultore Rodin e da alcune composizioni musicali di Maria Danuta Giovanna della Misericordia, monaca dell’Adorazione Eucaristica di Pietrarubbia (PU). Il vocabolo rachamim, appartenente alla tradizione biblica, racchiude in sé la radice e la pienezza di ciò che indica la parola misericordia. Formato da rechem (utero) e mayim (acque) ci parla del grembo divino, radice e fonte dell’amore che genera e plasma. Attraverso il termine rachamim conosciamo quell’accento materno di Dio che non può fare a meno di amare: come una madre, le cui viscere fremono di compassione e timore davanti al proprio figlio, dinnanzi al mistero di un tu che, carnalmente parte di lei, è altro da sé. E viscerale è l’amore con cui Gesù ci ha amato, rendendoci nell’Eucarestia una sola carne con lui e testimoniandoci, con la sua passione e resurrezione, che l’abbraccio del Padre è più forte della morte.

A ogni sezione del volumetto corrisponde una lettera ebraica, avente un significato simbolico e numerico: sono le lettere che, formano la parola rachamim – misericordia e il nome Maria, in ebraico Miriam, privo della het (dono), presente nel nome di Dio due volte, rimando esplicito alle due nature del Salvatore. A dire che la misericordia del Padre si compie nel mistero dell’Incarnazione dove Cristo, vero Dio e vero uomo, irrompe nella storia grazie al sì di Maria, cui sono dedicati i due canti finali del libro. In esso l’arte appare via privilegiata per diffondere la bellezza del Mistero e del suo volto.

Madre Maria Gloria Riva guida il lettore attraverso le visioni oranti delle opere di Auguste Rodin (Parigi, 1840 – Meudon, 1917). Artista di grande talento e di robuste capacità espressive, tentò di fondere l'impostazione monumentale michelangiolesca con il vibrante realismo memore della tradizione gotica francese. Ai numerosi busti e ritratti di acuta penetrazione psicologica, Rodin seppe imprimere l'idea del movimento, forzando i contrasti tra pieni e vuoti, con effetti di dinamismo e vitalità che fecero della sua opera un imprescindibile punto di riferimento per la generazione successiva.

In un’epoca in cui l’apparenza ha sostituito l’Apparizione, l’ornamento oscura il Segno, lo spettacolo ha preso il posto del Sacramento, nella musica di suor Maria Danuta impera una nota rara: l’essenziale, incontrato nel silenzio adorante, gravido di melodie celesti. Le Adoratrici di Pietrarubbia non immaginano, ma odono e vedono, mirano il Bello velato e svelato nell’Ostia. Esse lavorano con l’umiltà dello scultore: un’esperienza coraggiosa e profonda del vero desiderio del cuore, una ricerca instancabile che affonda nella materia musicale con la decisione dello scalpello consapevole, determinato e tenero. Lo scorrere delle pagine riapre le domande fondamentali, ferite salutari, aperte come bocche assetate e pronte a ricevere la risposta, intensamente veicolata dalla bellezza della musica e della scultura. Perché la Bellezza salverà il mondo.

Danuta Conti
Rachamim. Alle radici della Misericordia
Mimep-Docete, Pessano con Bornago 2015
Pp. 96 - € 14