Ciò che continua a far fiorire una vita

Si svolgono celebrazioni in tutto il mondo per l'anniversario della morte del fondatore di CL e il riconoscimento della Fraternità. Non un semplice ricordo, ma l'occasione di renderci conto «della grazia che ci è capitata»

«Una gratitudine che non si può trattenere» davanti alla grazia «che ci è capitata». Don Julián Carrón ha iniziato così la sua omelia, lunedì 15 febbraio nella Basilica dei Santi XII Apostoli a Roma, in occasione dell’anniversario della morte di don Giussani e del riconoscimento della Fraternità di CL: «Che cosa può accadere nella vita quando uno lascia entrare quella novità che è entrata nella storia e si lascia trascinare da essa… Noi abbiamo visto e toccato con mano che cosa vuol dire uno che si lascia definire tutto da questa presenza, dal Signore».

Un evento, quello delle celebrazioni per don Giussani e la Fraternità, che tra febbraio e marzo radunerà le comunità in tutto il mondo. Anzi, qualcuno ha già iniziato. A Roma, appunto. Ma anche a Mosca per esempio, dove monsignor Paolo Pezzi ha celebrato la messa l’11 febbraio. Il 13 monsignor Adelio Dell’Oro, vescovo di Karaganda, ha ricordato il fondatore di CL nella steppa kazaka. E poi è toccato a New York, domenica 14 febbraio, con il cardinale Timothy Dolan. Stessa data per Praga, col cardinale Dominik Duka.

A Milano, la “patria” di don Giussani e del movimento, tocca questa sera, con il Duomo che attende la celebrazione con il cardinale Angelo Scola. E poi Madrid, Londra, Philadelphia, Nairobi, Pretoria, Palermo… L’elenco lunghissimo è sul sito di Comunione e Liberazione, decine date diverse tutte a cavallo del 22 febbraio, il giorno in cui nel 2005 moriva don Giussani

«Dopo sessant’anni, il carisma originario non ha perso la sua freschezza e vitalità», aveva detto papa Francesco a Comunione e Liberazione ricordando il fondatore del movimento durante l’udienza del 7 marzo 2015: «Tenete vivo il fuoco della memoria di quel primo incontro e siate liberi! Così, centrati in Cristo e nel Vangelo, voi potete essere braccia, mani, piedi, mente e cuore di una Chiesa “in uscita”».

Lo ha ribadito anche don Carrón a Roma: «È ciò a cui don Giussani ci ha introdotto, Cristo presente, che continua a far fiorire la vita».