Mario e gli amici "della pedivella".

Classe '41, pellegrino su due ruote

Dalla Brianza a Piazza San Pietro... In bicicletta. Un pellegrinaggio che sa di impresa, quello di Mario e i suoi amici per l'Anno della Misericordia. Ha pedalato per 120 chilometri al giorno: tanta la fatica, ma «non credevo di sentirmi così bene»

Era un desiderio che covava da tempo. Mario, artigiano intagliatore seregnese, e i suoi sei amici "della pedivella" alla fine sono partiti dal santuario di Caravaggio sabato 14 maggio, al mattino presto, e sono arrivati a Roma dopo le loro tappe giornaliere di 120 chilometri l'una.

Domenica mattina sono andati da papa Francesco, al quale hanno scritto della loro impresa prima di partire. Un pellegrinaggio in biciletta per l'Anno Santo della Misericordia, che si concluderà domenica all’Angelus.

Le "ruote pellegrine" hanno fatto tutta la Via Francigena: un’impresa non comune, in un tempo dove tutto (giornali, media...) non incoraggia certo a gesti di fatica da spendere per una fede semplice e forte. Quel che commuove nell’impresa di Mario non è tanto l'impegno su quella distanza per un uomo del 1941 - il che già non è poco, vista la debolezza di fronte alla fatica che spesso ci circonda. Ma non a caso questo tipo di impresa nasce dai nostri paesi, dove è ancora vivo il coraggio che viene dalla memoria di una vita di sacrifici.

Colpisce inoltre che la morte della moglie di non molti mesi fa non è diventata motivo di una chiusura in se stesso. «Voglio ringraziare il buon Dio - ha detto prima di partire - che, attraverso la comunione viva di amici, mi ha dato la forza per vivere bene quella grande sofferenza». Ringraziare: un verbo oggi sconosciuto ai più, che invece si lamentano di non "avere", "possedere" mai a sufficienza.

In piazza del Palio, a Siena, dopo oltre 450 chilometri, Mario telefonava agli amici: «Non credevo di sentirmi così bene in questa fatica. Sto bene, sono contento e sono grato di tutto».

Abbiamo tutti bisogno, nella vita, di imparare… A "pedalare" con energia, nonostante le fatiche e le sofferenze.

Ma, forse, per farlo occorre Qualcuno da ringraziare e degli amici che ti accompagnano.


Roberto, Seregno (MB)