Giancarlo Ferrè.

La grandezza di una vita vissuta con Cristo

Caro Direttore, lunedì 28 giugno ho partecipato, commosso, ad un funerale "gioioso". Eravamo in tanti, anzi tantissimi, ad accompagnare al Signore il nostro carissimo Giancarlo Ferrè. Egli aveva incontrato il movimento alla fine degli anni Cinquanta: ricordo ancora la sua prima "uscita", (una vacanzina), dalla quale era tornato folgorato ed entusiasta. E da allora è sempre rimasto fedele a quell'incontro, pur tra le tante tribolazioni della vita.
Più di cinquant'anni a seguire il movimento! Una sequela fatta in silenzio, senza una lamentela, senza una rivendicazione, operosamente e laboriosamente per mantenere una famiglia di 7 figli ed altri presi in affido. Durante l'omelia, il parroco lo ha descritto come un "santo": si confessava ogni settimana «per non avere ombre nella sua vita», pregava ogni giorno in famiglia con il rosario, insegnava con entusiasmo e genialità il catechismo ai ragazzi della parrocchia, di cui condivideva poi la vita nei momenti tristi ed in quelli allegri. Ed il popolo del quartiere si è accorto di questa "santità", tanto che è stato presente numerosissimo sia al momento del rosario che durante la messa.
Mi ha colpito proprio questo: che una persona così silenziosa e discreta è stata una presenza convincente per tante persone. Ed ho pensato alla grandezza dell'educazione operata dal carisma del movimento: ha condotto una persona come Giancarlo sulla strada di una presenza di santità. Ed il funerale è stato "gioioso" perchè la morte improvvisa di Ferrè ha mostrato a tutti la grandezza di una vita vissuta con Cristo.
Peppino Zola, Milano